Il Camposanto di Pinti di Firenze è uno dei cimiteri monumentali più antichi del capoluogo toscano. Appartiene alla Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze che, sin dalla sua medievale fondazione, si impegnò in opere di solidarietà, in primis quella di dare onorata sepoltura ai defunti.
Dopo secoli, nei quali i capitani seguivano l’uso comune di seppellire i morti intorno o all’interno della chiese o lungo le mura della città, con il Settecento si dovettero adattare alle nuove normative introdotte dal granduca Pietro Leopoldo che prevedevano l’installazione di siti cimiteriale lontani dall’abitato. Fu in questa occasione che la Misericordia provvide all’acquisto di un campo adatto all’uso, all’epoca lontano dalla vita urbana, oggi completamente inglobata.
Il cimitero, completo di oratorio e porticato ad emiciclo composto da un ordine di colonne - quasi ad abbracciare il visitatore- venne solennemente inaugurato nel 1839 con il funerale del primo defunto. I suoi ideatori furono l’ing. Paolo Veraci, seguito successivamente da Gaetano Baccani. Nel 1878 l’ing. Angelo Maiorfi fu incaricato a completare le opere murarie con la costruzione di due celle laterali per l’ampliamento della capacità ricettiva e con la costruzione di un ingresso in stile neo-classico, ornato nella parte interna da due statue di angeli dello scultore Odoardo Fantachiotti.
Nei suoi quasi 60 anni di vita (1839-1898), nei quali sono compresi anche quelli di Firenze capitale, al Camposanto di Pinti hanno trovato la loro ultima dimora numerosi personaggi illustri; ricordiamo Emilio De Fabbris, progettista della facciata del Duomo di S. Maria del Fiore di Firenze, Gaetano Bianchi, restauratore e pittore, Michele Rapisardi, pittore, Pietro Dazzi fondatore delle Scuole del Popolo, il marchese Carlo Strozzi, storico e archeologo, Massimiliano Giarrè, letterato e patriota, Teodulo Mabellini, musicista, Cesare Guasti, archivista dell’Opera del Duomo, Silvestro Leopardi, senatore del Regno, Vincenzo Batelli, editore e tipografo, Giuseppe Barellai, pediatra e ideatore delle colonie estive per bambini e Giovanni Baldasseroni, politico italiano.
Nel 1898 la Confraternita della Misericordia decide di chiudere il cimitero di Pinti per aprire le porte ad un altro camposanto, molto più grande e più consono ai tempi. Da allora “Pinti” è stato aperto solo per chi desiderava a salutare i propri cari. Su forte richiesta, la Misericordia l’anno scorso ha allestito un percorso di sicurezza che permette oggi, finalmente, agli interessati di accedere al camposanto con delle visite guidate.